viscere mobili che scendono a valle
fiumi di vita nei quali non ricordavo di amar nuotare
notti fragmentate che salgono nella gola
sono inciampato nel suono della carne che si sconquassa
zoppico ubriaco di felicità di uno sguardo
tensioni di pensieri che si fanno bugie grandinanti da cieli passati
lo storpio sa che il tempo non lo guarirà
l’ora ormai é venuta di restera ancora un po’
voi risalite le viscere alla gola, contro corrente su fiumi ormai arsi
ascolterò ancora un po’
sorriderò ancora un po’
aspettando che dolci piogge mi riportino dove gli zoppi non devono camminare
il cielo é splendidamente grigio
morbide pallottole argentate
hanno già lavato la pelle mia
mi bagnerò ancora un po’
serenamente
correnti tumultuose mi portino dolcemente via
in un mare che sa di gioia
2007 – Paolo Rudelli
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